Le fonti orali


Il lavoro in Sardegna

IL LAVORO IN SARDEGNA
MUTAMENTI, IMMAGINI E TESTIMONIANZE (2015)

in “La Sardegna contemporanea”
a cura di Luciano Marroccu, Francesco Bachis e Valeria Deplano


Mestieri


MESTIERI

Storie di artigiani, contadini e mercanti prima che il mondo diventasse globale con fotografie di Salvatore E. Masala (2012)


Estratto audio degli interventi alla presentazione del libro

Estratti audio di alcune interviste (in preparazione)


Lavorare nei pastifici

Nota sulle interviste riguardanti i pastifici

Questi frammenti di video-interviste sono parte di una ricerca che sto cercando di ultimare sulla storia dei pastifici a Sassari e in Sardegna: nella sezione sul movimento operaio di questo sito potete leggere (come anteprima dello studio appena citato) i capitoli sui primi scioperi dei lavoratori sassaresi della pasta (i cosiddetti vermicellai). Le due vertenze si svolsero nel 1910 e nel 1920: a portarle avanti con esiti differenti furono rispettivamente la Camera del Lavoro (che allora aveva come segretario l’avvocato Giovanni Antioco Mura) e l’Unione del Lavoro, il sindacato di ispirazione cattolica appena sorto in città, su iniziativa dell’attivissimo Nino Campus.
Ad affiancarmi, qualche anno fa, nell’uso per me nuovo della videocamera è stata Raffaella Carboni, una giovane studiosa che si è occupata di tematiche relative alla memoria popolare nella transizione dal fascismo alla rinascita democratica repubblicana e di storia di genere (Raffaella è autrice tra l’altro di un saggio sulle origini dell’UDI in Sardegna). Queste testimonianze costituiscono vere e proprie storie di vita e quindi, se analizzate integralmente, potrebbero offrire spunti interessanti per diversi piani di lettura; ma qui ho dovuto scegliere di estrarne, per ragioni tecniche, solo alcune delle parti che riguardano in modo specifico il lavoro all’interno dei pastifici. Grazietta Sinibaldi (Sassari, 1921), che entrò nello stabilimento Sechi Mundula negli anni Trenta quando aveva appena compiuto i 14 anni, descrive con straordinaria precisione ed anche con un significativo entusiasmo le caratteristiche di un mestiere che allora richiedeva una considerevole manualità. Anche Bruna Pinna (Sassari, 1941) cominciò da giovanissima la sua esperienza in fabbrica. Bruna (che ho conosciuto da giovane in quanto amico di suo marito Gavino) racconta la sua solitaria e non facile esperienza nella Commissione interna del pastificio Pirisino, impegno di lavoro che lasciò alla fine degli anni Sessanta, dopo la nascita della sua seconda figlia e poco prima che l’azienda chiudesse.

Dall’intervista a Grazietta Sinibaldi ~ Pastificio Sechi Mundula

Sassari, 7 gennaio 2013

Il lavoro come apprendista sartina
Come si impacchettava la pasta
Gli asciuganti
Il sindacalista
I crivelli 
Il confronto tra ieri e oggi
Il lavoro alla pasta lunga

Intervista a Bruna Pinna ~ Pastificio Pirisino

Sassari, 12 aprile 2013

Le condizioni di lavoro e la Commissione interna
I miglioramenti e le gelosie interne
Il capo-fabbrica
La qualità della pasta Pirisino


Storia di un giornale
LA NUOVA SARDEGNA AI TEMPI DI ROVELLI


Estratti audio di alcuni interventi alla presentazione del libro
(Stintino 30 agosto 2019)

Alberto Pinna e Sandro Ruju

Arturo Parisi

Mario Segni


In memoria di Kurt Hamrin (1934-2024)
Kurt Hamrin (1934-2024)

Kurt Hamrin è stato un mito della mia infanzia, anche perché fin da bambino son diventato tifoso della Fiorentina. Cominciai a seguire il calcio proprio l’anno in cui la squadra viola allenata da Fulvio Bernardini vinse il suo primo scudetto restando imbattuta sino all’ultima giornata del campionato. Con la sua tecnica fuori dal comune questa scattante ala destra, che arrivò a Firenze col difficile compito di sostituire in quel ruolo il nazionale brasiliano Julinho, è stato tra i più continui goleador del campionato italiano, in anni in cui il calcio lo si seguiva soprattutto alla radio e sui rotocalchi sportivi.
Quando ho saputo che stava per compiere 80 anni e che viveva a Firenze, ho pensato che avrei voluto intervistarlo per provare a ricostruire, grazie ai comuni ricordi, la sua lunga e straordinaria carriera: cominciata in Svezia (con un precoce ingresso nella Nazionale) e proseguita in Italia, prima alla Juve e al Padova, poi per quasi un decennio nella società viola, e quindi al Milan e al Napoli.
All’intervista (svolta il 7 ottobre 2014) ha partecipato attivamente, superando l’iniziale riserbo, anche la moglie Marianne, che le immagini mostrano a volte intenta ad osservare i giornali d’epoca ed a sfogliare la copia di un volumetto sul marito scritto 50 anni fa da Franco Mentana, che ho portato a loro in omaggio perché avevo saputo che non lo conoscevano.
Per la videoregistrazione ringrazio l’amico Giovanni Contini, uno dei maggiori esperti di storia orale in Italia che, pur non essendo un tifoso di calcio, è stato disponibile ad accompagnarmi e a supportarmi con le sue attrezzature professionali. Anche lui è rimasto colpito dalla semplicità e dalla disponibilità con la quale i coniugi Hamrin ci hanno accolto nella loro casa rendendo possibile concretizzare questo mio desiderio.

Con un montaggio di parti della lunga videoregistrazione ho realizzato un docufilm della durata di un’ora che ho intitolato Il lungo volo dell’Uccellino (citando il simpatico sopranome coniato dal giornalista Beppe Pegolotti). E ne ho fatto avere copia oltre che alla famiglia Hamrin anche al Museo storico della Fiorentina.

Giuliano Sarti (1933-2017): memorie di un grande portiere
La Fiorentina del 1955-56
Giuliano Sarti (1933-2017)
Gagliardetto Storico
 © Collezione Marco Cianfanelli

Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato; Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini: era questa era la formazione della Fiorentina campione d’Italia nel 1955-56, allenata da Fulvio Bernardini, che restò imbattuta sino all’ultima giornata e che mi portò a tifare fin da bambino per la squadra viola.
Il giovane portiere di quella squadra era Giuliano Sarti. E’ stato Kurt Hamrin a metterci in contatto con lui. Quando, insieme a Giovanni Contini, lo andammo a intervistare nella sua casa all’Impruneta, anche lui si mostrò disponibile a parlarci della sua vita, oltre a raccontarci la sua lunga e prestigiosa carriera di portiere, che lo portò anche in Nazionale e, con il passaggio all’Inter di Helenio Herrera, a vincere altri due scudetti e due Coppe dei campioni.
In questa interessante testimonianza emergono bene le peculiari caratteristiche del difficile ruolo del portiere che Giuliano Sarti, dotato di uno straordinario senso della posizione e di un eccezionale tempismo, oltre che di una notevole freddezza emotiva, seppe interpretare in modo innovativo.
Nella parte finale, sollecitato dalle domande di Giovanni, accenna anche alle drammatiche vicende che accaddero in Emilia nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale.

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